Management 17/09/2025

Fractional manager e governance aziendale: come rafforzare i processi decisionali nelle PMI

Nelle PMI italiane la governance è spesso accentrata nella proprietà, con scarsa apertura a competenze manageriali esterne.

I fractional manager offrono un’alternativa sostenibile: figure senior che operano part-time con responsabilità strategiche e operative.

Il loro intervento rafforza i processi decisionali in finanza, operations, digitalizzazione, marketing, sostenibilità e risorse umane, introducendo prospettive nuove e favorendo innovazione organizzativa e di mercato.

La governance nelle PMI italiane: un punto debole strutturale

Il modello dell’impresa familiare

La governance è uno dei pilastri della competitività, ma nelle PMI italiane resta fragile.

Con l'80,9% delle imprese controllate da una persona fisica o da una famiglia, il modello prevalente è quello familiare e fortemente accentrato, dove la proprietà mantiene il pieno controllo delle decisioni.

Questo garantisce continuità di controllo, ma al tempo stesso aumenta il rischio di scelte poco obiettive, di conflitti interni e di una prospettiva strategica limitata al breve termine.

I dati della governance nelle PMI italiane

I numeri confermano la portata del problema. 

Secondo il Censimento permanente delle imprese ISTAT (2023), oltre il 98% delle PMI continua a essere guidato direttamente dalla proprietà, con una scarsa diffusione di managerializzazione strutturata.

Solo l’1,36% delle PMI italiane con più di tre addetti è gestito da figure manageriali esterne

  • 0,8% nelle microimprese 
  • 3,2% nelle piccole imprese
  • 10% nelle medie imprese.

Questa configurazione non è priva di conseguenze: riduce la trasparenza verso banche e partner, limita la capacità di attrarre capitali, e rende più vulnerabili di fronte a scenari economici complessi. L’assenza di figure indipendenti o di manager professionisti inseriti nei processi di governance priva le imprese di un confronto critico e di un approccio metodico alle decisioni.


Le ricadute di una governance debole

La governance accentrata tipica delle imprese familiari ha ricadute concrete e osservabili.

  • Decisioni condizionate da logiche personali: senza un contrappeso indipendente, le scelte restano spesso legate alle preferenze della proprietà, più che a un’analisi comparativa di scenari e dati.
  • Mancanza di trasparenza: banche e investitori faticano a leggere processi decisionali strutturati, elemento che riduce l’affidabilità percepita.
  • Conflitti interni: la coesione familiare è un punto di forza, ma quando emergono divergenze gli scontri rallentano i processi decisionali e ne riducono l’efficacia.
  • Scarsa visione strategica: le decisioni sono guidate dalle necessità operative quotidiane, in un’ottica di breve periodo.
  • Mancanza di innovazione: senza stimoli esterni e senza una “cultura dell’innovazione” diffusa, molte imprese restano ancorate a modelli consolidati e faticano a introdurre cambiamenti radicali.

Il risultato è che la governance diventa un fattore di rischio, proprio mentre il contesto economico richiede decisioni rapide, fondate e orientate al futuro.


Perché aprirsi a competenze esterne

Aprirsi a competenze esterne significa rafforzare i processi decisionali su tre fronti:

  • Obiettività: figure indipendenti riducono i condizionamenti interni e introducono logiche di confronto basate su dati e benchmark, non su interessi personali.
  • Innovazione: manager con esperienze maturate in settori diversi portano approcci nuovi, già testati altrove, capaci di accelerare l’adozione di soluzioni digitali, organizzative o di mercato.

  • Credibilità: la presenza di competenze manageriali esterne rende l’impresa più solida agli occhi di banche, partner e investitori, facilitando accesso al credito e condizioni di sviluppo più favorevoli.
  • Migliori performance: l'apertura alla managerialità migliora i risultati in termini di margini, fatturato, produttività e altri indicatori di performance.

Le performance delle imprese con manager esterni

Un’indagine di Prometeia per Federmanager su oltre 200.000 imprese italiane, ha evidenziato performance superiori nelle aziende che integrano manager esterni:

  • marginalità più elevata (7,2% contro 6,4%), 
  • maggiore autonomia finanziaria (+1,7 punti), 
  • capitalizzazione più solida (+3,5 punti) 
  • crescita superiore di fatturato (+2,4%), occupati (+2,6%) e produttività (+0,9%) 

Anche se la ricerca risale a qualche anno fa, il takeaway resta rilevante e attuale: l’apertura a professionalità esterne ha effetti tangibili sulla performance economica e finanziaria dell'impresa.


Il contributo dei Fractional Manager alla governance delle PMI

Nel contesto delle PMI, non sempre c’è lo spazio o la sostenibilità economica per inserire manager full time all’interno della struttura.

In queste situazioni, una risposta concreta è rappresentata dai fractional manager: professionisti senior che operano part-time (tipicamente da 1 a 3 giorni a settimana) con responsabilità strategiche e operative.

Il loro contributo alla governance consiste nel rafforzare i processi decisionali dall’interno dell’organizzazione e nel contribuire a una cultura dell’innovazione che è alla base della crescita di impresa. 

Le aree di intervento dei fractional manager

I fractional manager intervengono in diverse aree critiche per la competitività e longevità dell’impresa:

1. Reporting verso la proprietà e il board

Nelle PMI i numeri spesso arrivano da fonti diverse e non sono allineati. Il fractional manager introduce un sistema unico di KPI, un calendario di chiusura puntuale e un “board pack” mensile che consente di basare le decisioni su dati certi, riducendo conflitti e perdite di tempo.

2. Pianificazione e controllo

Molti budget aziendali sono poco più di stime generiche. Il fractional manager costruisce forecast aggiornabili, scenari alternativi e analisi degli scostamenti. Questo permette di reagire in modo tempestivo a variazioni dei costi, del mix clienti o dei volumi, evitando decisioni istintive.

3. Gestione della liquidità e rapporto con le banche

Un fractional manager porta disciplina nella gestione della liquidità: introduce modelli di tesoreria, prepara documenti accurati per gli istituti di credito e rafforza la credibilità aziendale. In questo modo l’impresa ha una visibilità chiara sui flussi finanziari, previene situazioni critiche e affronta le banche con strumenti più professionali.

4. Pricing e marginalità

Prezzi e sconti sono spesso definiti in modo informale. Il fractional manager analizza la redditività per cliente e prodotto, evidenzia dove si generano perdite e propone regole di pricing sostenibili.

L’obiettivo è definire una strategia di pricing, definendo i giusti livelli di prezzo per i vari prodotti / servizi in modo da recuperare margine senza compromettere i volumi di vendita.

5. Operations e supply chain

Scorte elevate e ritardi di consegna sono problemi diffusi. Un fractional manager introduce processi semplici come l’S&OP mensile o la revisione delle giacenze per prodotto. Questo riduce gli immobilizzi di capitale, migliora la puntualità delle consegne e aumenta la soddisfazione dei clienti.

6. Dati e digitalizzazione

In molte imprese convivono file e versioni diverse della “verità”. Il fractional manager avvia un processo di governance dei dati: definisce una fonte unica, crea dashboard condivise e riduce errori che compromettono le decisioni. Non servono grandi sistemi, ma regole chiare e strumenti agili.

7. ESG e compliance di base

Sempre più clienti e banche chiedono evidenze su sostenibilità e conformità. Il fractional manager aiuta l’impresa a dotarsi in tempi rapidi di un set minimo di policy e KPI, sufficienti a rispondere alle richieste senza sovraccaricare la struttura. È un primo passo per non perdere opportunità commerciali e finanziarie.

8. Persone e deleghe

Nelle PMI familiari il titolare resta spesso l’unico vero decisore. Il fractional manager aiuta a chiarire ruoli e responsabilità, formalizzare deleghe e ridurre i colli di bottiglia. Questo libera tempo per la proprietà e rende l’organizzazione più autonoma e scalabile.

I ruoli dei Fractional Manager nella governance delle PMI

Le aree di intervento citate trovano corrispondenza in figure professionali ben definite:

Fractional CFO (Chief Financial Officer)

Il Fractional CFO è la figura centrale per rafforzare il governo economico-finanziario dell’impresa. 

Cura la pianificazione e il controllo, la gestione della cassa e dei rapporti con le banche, introduce modelli di reporting strutturato, rende più trasparente la comunicazione con investitori e stakeholder finanziari.

Nelle PMI, la presenza anche part-time di un CFO indipendente riduce i rischi decisionali e aumenta l’accesso a credito e capitale.

Fractional COO (Chief Operating Officer)

Il Fractional COO interviene sulle operations e sulla supply chain, ottimizzando processi produttivi, logistica e gestione delle scorte.

In molte PMI il Fractional COO introduce metodologie semplici ma efficaci, come l’S&OP mensile o il monitoraggio dei colli di bottiglia, che migliorano la puntualità delle consegne, riducono immobilizzi e rafforzano la credibilità commerciale.

Fractional CIO/CDO (Chief Information Officer / Chief Digital Officer)

Il governo dei dati e la digitalizzazione sono ormai parte integrante della governance. Il Fractional CIO/CDO  garantisce un approccio ordinato alla gestione delle informazioni, evitando duplicazioni e incoerenze. Introduce dashboard e strumenti digitali proporzionati, favorendo decisioni rapide e basate su dati univoci.

Fractional CMO (Chief Marketing Officer)

Il Fractional CMO definisce il posizionamento competitivo e gli obiettivi di marketing, e allo stesso tempo coordina l’esecuzione delle attività: campagne digitali e tradizionali, fiere, PR, advertising. Supervisiona i bidget, si assicura che ogni iniziativa sia coerente con la strategia definita e ne valuta l’efficacia attraverso indicatori di performance. 

Fractional CCO (Chief Commercial Officer)

Il Fractional CCO si concentra sulla gestione e lo sviluppo delle vendite. Analizza i dati di fatturato e marginalità per cliente, prodotto e canale, rivede le politiche di pricing e definisce regole commerciali trasparenti. Coordina la rete vendita e i partner distributivi, stabilisce obiettivi concreti e monitora i risultati. Il suo intervento permette all’impresa di consolidare i ricavi, migliorare la redditività e rendere più efficiente la struttura commerciale.

Fractional ESG Manager

Il crescente rilievo della sostenibilità rende necessario presidiare anche questo ambito. Il Fractional ESG Manager aiuta l’impresa a rispondere in modo credibile a richieste di clienti, banche e partner, introducendo policy minime e indicatori essenziali. Questo consente di non perdere opportunità commerciali e di allinearsi a standard europei in modo sostenibile per la struttura.

Fractional HR Manager

La governance non riguarda solo numeri e processi, ma anche la gestione delle persone. Un Fractional HR Manager supporta la definizione di ruoli e responsabilità, formalizza deleghe, favorisce la crescita interna e prepara piani di successione. In questo modo riduce la dipendenza dal solo imprenditore e rende l’organizzazione più autonoma.

In conclusione, integrare figure professionali esterne come i fractional manager significa introdurre nelle PMI nuove competenze, prospettive autonome e capacità di confronto che rafforzano la governance aziendale. Ciò significa arricchire la gestione familiare dell’impresa con strumenti di gestione più solidi e efficaci, senza snaturarla.


Governance e scenari futuri

La fragilità della governance è destinata a pesare ancora di più nei prossimi anni, in un contesto caratterizzato da:

  • aumento del costo del lavoro e dei costi fissi,
  • maggiore esposizione al rischio creditizio,
  • accelerazione delle transizioni digitale e sostenibile.

In assenza di processi decisionali robusti, le PMI rischiano di trovarsi in difficoltà nell’attrarre capitali, nel negoziare condizioni di credito e nel cogliere opportunità di crescita internazionale. 

Rafforzare la governance con competenze manageriali esterne diventa quindi una condizione per la sopravvivenza, non soltanto per la crescita.


Conclusione

La governance resta uno dei punti deboli strutturali delle PMI italiane. I dati mostrano quanto sia limitata la managerializzazione e evidenziano i benefici economici di chi integra manager esterni.

I fractional manager offrono un modello concreto e accessibile per colmare questo gap: rafforzano la governance, portando metodo, trasparenza e competenze specialistiche dentro i processi aziendali. Per le PMI, questo significa trasformare la governance da atto formale a leva di competitività.

myFractional manager mette a disposizione manager di alto livello part time, da 1 a 3 giorni a settimana, per portare nelle piccole imprese italiane metodo, competenze e risultati, con una formula leggera e flessibile. 

Scopri di più sulla nostra soluzione.  


FAQ

Che cos’è la governance aziendale?

È il sistema di regole, organi e processi che guida le decisioni dell’impresa. Nelle PMI italiane coincide spesso con la proprietà.


Perché la governance è un punto debole nelle PMI italiane?

Perché la maggioranza delle imprese è a controllo familiare e manca l’apporto di manager professionisti esterni.

Quali rischi comporta una governance accentrata?

Riduce la trasparenza, limita l’accesso a credito e capitali e rende più difficile affrontare digitalizzazione e internazionalizzazione.

Che ruolo hanno i fractional manager nella governance?

Portano competenze verticali part-time, introducono sistemi di reporting e pianificazione e rafforzano i processi decisionali.

Quali figure fractional rafforzano la governance aziendale?

Fractional CFO, COO, CIO/CDO, CMO, CCO, ESG e HR Manager, in base alle aree critiche dell’impresa.

Perché un fractional manager è sostenibile per le PMI?

Perché offre esperienza senior, senza gli oneri di un’assunzione a tempo pieno e senza vincoli di lungo periodo.


Glossario

Governance aziendale: sistema di regole, organi e processi che definisce come vengono prese le decisioni e controllata la gestione di un’impresa.

Consiglio di Amministrazione (CdA): organo collegiale che indirizza la strategia aziendale e supervisiona l’operato del management.

Fractional manager: manager senior che lavora part-time (da uno a tre giorni a settimana) per una o più imprese, con incarichi operativi e strategici.

Managerializzazione: processo di apertura dell’impresa alla guida o al supporto di manager professionisti esterni alla proprietà.

Terzietà: indipendenza di un soggetto rispetto agli interessi della proprietà o della gestione interna.

Stakeholder: soggetti interni o esterni che hanno un interesse nell’attività dell’impresa, come dipendenti, clienti, banche, fornitori e comunità locali.

Controllo familiare: assetto proprietario in cui una famiglia detiene la maggioranza del capitale e influenza direttamente le decisioni aziendali.

Reporting: insieme di procedure e documenti che raccolgono e presentano dati economici e operativi per supportare le decisioni.

Pianificazione finanziaria: attività di definizione di budget, previsioni e scenari economici per guidare la gestione e ridurre i rischi.

Trasparenza informativa: capacità di fornire dati chiari, verificabili e coerenti a proprietà, banche, investitori e altri stakeholder.


Fonti

ISTAT, Censimento permanente delle imprese (2023): https://www.istat.it/it/files/2023/11/REPORTCensimprese.pdf

Federmanager - Prometeia, Imprese: la ricerca con manager esterni crescono più e meglio (2024): https://www.federmanager.it/imprese-la-ricerca-con-manager-esterni-crescono-piu-e-meglio-indagine-eseguita-da-prometeia-e-commissionata-da-federmanager/

Osservatorio AUB XVI edizione (Bocconi/AIDAF), Sintesi dei risultati della XVI edizione dell’Osservatorio AUB 3 febbraio 2025: https://aidaf-ey.unibocconi.eu/sites/default/files/media/attach/Sintesi%20Osservatorio%20AUB%20XVI%20edizione_Final.pdf



17/09/2025