Finance 18/09/2025

PMI: soluzioni per migliorare l’accesso al credito e ruolo del Fractional Manager

Per le Micro e PMI italiane l’accesso al credito resta un percorso irto di difficoltà.


La fase espansiva, che ha portato la BCE a tagliare il costo del denaro fino a giugno 2025, sembra terminata.

I tassi per le PMI restano elevati, le richieste di garanzie sempre più onerose e la difficoltà di ottenere un finanziamento sempre maggiore, rallentando investimenti e crescita. 

In questo articolo analizziamo gli ostacoli che le PMI incontrano nell'accesso al credito, gli strumenti pubblici e privati disponibili, e le azioni che un’impresa può implementare.


Introduzione: accesso al credito e merito creditizio

Per una PMI l’accesso al credito significa la possibilità di ottenere risorse finanziarie da banche o intermediari per sostenere l’attività corrente, finanziare investimenti o gestire la liquidità.

Non riguarda soltanto la concessione di un prestito, ma l’insieme delle condizioni con cui esso viene erogato: tassi di interesse, garanzie richieste, durata, modalità di rimborso.

La facilità o difficoltà di accesso al credito ha un impatto diretto sulla capacità dell’impresa di crescere, innovare e affrontare fasi di crisi.

Il credit score o indice di merito creditizio

Il credit score, chiamato anche indice di merito creditizio, è una misura sintetica che riflette l’affidabilità finanziaria di un’impresa. Viene utilizzato dalle banche per valutare il rischio di insolvenza e, di conseguenza, per decidere se concedere credito e a quali condizioni.

In Italia il merito creditizio è integrato nei modelli di rating interni alle banche, che tengono conto sia di dati quantitativi sia di aspetti qualitativi. Un punteggio alto significa maggiore probabilità di ottenere credito a condizioni favorevoli, mentre un punteggio basso comporta richieste di garanzie aggiuntive o il rifiuto del finanziamento.


Accesso al credito: la situazione attuale per le PMI

I dati Unimpresa

La fase espansiva, con tagli ravvicinati del costo del denaro fino a giugno 2025, sembra essere terminata e il credito alle PMI italiane resta in sofferenza

Secondo Unimpresa:

  • il flusso netto di nuovi prestiti al settore produttivo è negativo, segno che le banche stanno rientrando più di quanto eroghino, con un effetto di contrazione del credito disponibile.
  • per importi sotto i 250.000 euro il costo medio dei prestiti supera il 5,5%, contro una media europea del 4,8%. Questo importo è tipico dei finanziamenti alle micro e piccole imprese.
  • I tempi sono lunghi: servono oltre 40 giorni per completare un’istruttoria.
  • Più del 30% delle domande viene respinto o ridimensionato.

Per una PMI questo significa ritardi negli investimenti e incertezza nella gestione della liquidità.

Differenze territoriali e settoriali 

Alcune aree del Paese hanno una rete bancaria più capillare e condizioni migliori. Altre regioni soffrono invece di una presenza ridotta di sportelli e criteri più selettivi. Anche il settore conta: le imprese con piani innovativi o orientati all’export hanno più probabilità di essere finanziate rispetto a quelle attive in comparti maturi e a bassa marginalità.

Fattori territoriali

  • Infrastrutture e concentrazione economica: aree con distretti produttivi e servizi consolidati offrono più credito alle PMI.
  • Presenza di servizi finanziari: un numero maggiore di banche e intermediari facilita l’accesso.
  • Contesto economico locale: regioni dinamiche e resilienti attraggono più finanziamenti; zone in crisi restano penalizzate.

Fattori settoriali

  • Rischio di settore: comparti percepiti come rischiosi (edilizia, commercio) incontrano più difficoltà.
  • Dinamiche di mercato: settori con forte concorrenza e margini bassi hanno meno credito; quelli innovativi e in crescita risultano favoriti.
  • Requisiti di garanzia: alcuni business devono presentare più garanzie o ricorrere a strumenti alternativi come fondi di garanzia o microcredito.

In sintesi, territorio e settore incidono sulle reali possibilità di una PMI di ottenere credito, oltre alla solidità della singola impresa.

Condizioni di costo e disponibilità di credito

Il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese italiane si aggira intorno al 4,9%, ma quando si parla di finanziamenti di piccolo importo, tipici delle microimprese, la percentuale sale oltre il 5,5%. Questo significa che proprio le realtà più fragili e meno strutturate hanno un costo del denaro più alto, con un impatto diretto sulla sostenibilità finanziaria.

Parallelamente la disponibilità di credito mostra segnali di riduzione. Tra dicembre 2022 e giugno 2025 i prestiti alle imprese sono scesi da 647 miliardi a 599 miliardi (- 7,4%).

  • Crediti a breve (fino a 1 anno): + 3,96%.
  • Crediti a medio termine (1 - 5 anni): + 8,9%.
  • Crediti a lungo termine (oltre 5 anni): - 17,3%.

In sintesi, le banche hanno ridotto la propensione a sostenere investimenti strutturali, concentrandosi su prestiti a breve e medio termine.

Fonte: Unimprese via Giornale delle PMI

Il risultato è un quadro selettivo: meno credito e a condizioni più onerose proprio per chi avrebbe maggiore bisogno di liquidità per crescere o innovare.


Accesso al credito: gli ostacoli più rilevanti per le PMI

Alti tassi di interesse e spread applicati alle piccole imprese 

Le banche applicano spread elevati ai prestiti più rischiosi. Il risultato è un costo finale superiore al 5%. Per molte imprese questo livello di onerosità riduce la convenienza stessa del finanziamento e spinge a rinviare investimenti strategici.

Garanzie richieste e rigidità nelle istruttorie

Per accedere al credito, le PMI devono quasi sempre offrire garanzie aggiuntive. Le banche privilegiano ipoteche, pegni o fideiussioni personali, strumenti che per le piccole imprese diventano spesso un vincolo pesante.

Oltre alla quantità di garanzie richieste, il problema è la rigidità dei processi. Le istruttorie prevedono controlli documentali dettagliati e tempi lunghi. Per le aziende con una struttura amministrativa minima questo significa dover ricorrere a consulenti esterni e affrontare costi ulteriori.

La conseguenza è che molte PMI rinunciano in partenza a chiedere credito, perché non dispongono né delle garanzie necessarie né delle risorse organizzative per soddisfare le richieste della banca.

Credit score e rating bancario

Le debolezze strutturali delle PMI italiane si traducono in rating bassi e accesso difficile o molto oneroso.

Il processo di valutazione si articola in due livelli: il credit score, punteggio numerico calcolato da modelli statistici, e il rating bancario, giudizio sintetico che integra il punteggio con valutazioni qualitative e con lo storico della relazione con l’istituto.

Gli elementi che incidono su credit score e rating possono essere ricondotti a tre grandi categorie:

  • Fattori quantitativi: indebitamento, liquidità, solidità patrimoniale, redditività e capacità di generare cassa. Sono gli indicatori ricavati dai bilanci e rappresentano la base numerica della valutazione.
  • Fattori andamentali: puntualità nei pagamenti di mutui, leasing e prestiti; utilizzo corretto delle linee di credito; eventuali sconfinamenti o segnalazioni negative in Centrale dei Rischi.
  • Fattori qualitativi: settore di attività, rischi di mercato, credibilità del business plan, stabilità della gestione e affidabilità del management.

Per le PMI questa valutazione rappresenta spesso la barriera più difficile da superare. I limiti principali sono:

1. Bilanci poco strutturati

Spesso redatti solo per fini fiscali, i bilanci non consentono una lettura gestionale. Mancano riclassificazioni per margine operativo, valorizzazione corretta delle rimanenze, scritture di assestamento puntuali. Il risultato è un bilancio che non dà garanzie di attendibilità e genera indici finanziari distorti.

2. Margini limitati

La combinazione di costi crescenti e prezzi non sempre adeguati comprime il margine operativo. Indici come il ROS (redditività delle vendite) e la copertura degli interessi segnalano fragilità, riducendo la capacità percepita di affrontare shock o sostenere nuovo debito e quindi aumentando la valutazione di rischiosità.

3. Squilibri di liquidità

Ritardi negli incassi, scorte elevate e uso costante dei fidi creano tensioni di cassa. Sconfinamenti frequenti in Centrale Rischi abbassano immediatamente il giudizio della banca, che legge la gestione finanziaria come ad alto rischio.

4. Garanzie ridotte

Molte PMI non dispongono di patrimonio immobiliare o asset facilmente vincolabili. In assenza di collaterale, la banca richiede fideiussioni personali, aumentando la vulnerabilità dell’imprenditore e la rigidità delle condizioni.

Di conseguenza ottengono punteggi bassi e rating sfavorevoli, che si traducono in condizioni peggiori: tassi di interesse più elevati, richieste di garanzie aggiuntive e, nei casi più critici, rifiuto della domanda di finanziamento.

Tempi di valutazione e rapporto banca - impresa 

I tempi di valutazione sono lunghi. Tra richiesta, analisi e decisione passano settimane, se non mesi.

Il dato di 40 giorni riportato da Uninprese è un dato medio, nelle situazioni più complesse i tempi possono essere anche di diversi mesi. Per un’impresa che deve gestire la cassa in modo quotidiano, questa lentezza può creare tensioni immediate. A ciò si aggiunge la qualità del rapporto con l’istituto: le PMI con relazioni bancarie consolidate ottengono risposte più rapide, mentre chi non ha uno storico solido resta penalizzato.

In sintesi, costi alti, garanzie pesanti, rating sfavorevoli e tempi lunghi rendono l’accesso al credito un iter complesso, con esiti e tempi incerti per gran parte delle PMI italiane.


Accesso al credito: strumenti di supporto e Finanza Alternativa per le PMI

Per superare le barriere nell’accesso al credito, le PMI possono contare su strumenti pubblici e privati che riducono il rischio percepito dalle banche e ampliano le possibilità di finanziamento.

Fondo di Garanzia per le PMI

Il Fondo di Garanzia per le PMI è lo strumento principale previsto dallo Stato. Concede una garanzia pubblica che copre una parte rilevante del prestito, riducendo l’esposizione della banca. L’impresa non paga costi di garanzia aggiuntivi e può accedere a finanziamenti che altrimenti verrebbero respinti. 

Confidi e cooperative di garanzia

I confidi sono intermediari vigilati che rilasciano garanzie collettive a favore delle banche. Permettono di ridurre la richiesta di fideiussioni personali e di negoziare condizioni migliori. Sono particolarmente utili per micro e piccole imprese.

Nuova Sabatini

La Nuova Sabatini è un'agevolazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sostiene l’acquisto di macchinari e beni strumentali, facilitando l’accesso a finanziamenti bancari grazie a un contributo in conto interessi e, in alcuni casi, all’intervento del Fondo di Garanzia.

SACE e SIMEST

SACE offre garanzie pubbliche a supporto di liquidità, investimenti ed export.

SIMEST finanzia progetti di internazionalizzazione con prestiti a condizioni agevolate. Entrambi gli strumenti ampliano l’operatività delle PMI verso i mercati esteri.

Finanza alternativa

Oltre al credito bancario, le PMI più strutturate possono accedere a strumenti di finanza alternativa. Si tratta di canali che si collocano al di fuori del sistema bancario tradizionale e che coinvolgono investitori professionali. Tra i principali:

  • Minibond: titoli di debito emessi da imprese non quotate per raccogliere capitali sul mercato.
  • Basket bond: emissioni congiunte di più PMI che permettono di ridurre i costi e attrarre investitori istituzionali.
  • Fondi di private debt: fondi che investono in titoli obbligazionari o prestiti diretti alle imprese.
  • Direct lending: prestiti erogati direttamente da soggetti non bancari, come fondi di investimento.
  • Venture debt: strumento destinato soprattutto a startup e scaleup, che combina debito e diritti legati al capitale.
  • Crowdfunding: raccolta di capitali attraverso piattaforme online autorizzate, con il coinvolgimento di una pluralità di investitori.

Questi canali restano ancora poco diffusi in Italia rispetto ad altri Paesi europei, ma rappresentano una leva sempre più utilizzata dalle imprese che vogliono diversificare le fonti di finanziamento e non dipendere solo dal sistema bancario.

Le soluzioni di Finanza Alternativa richiedono competenze dedicate ma possono garantire liquidità rapida e diversificazione delle fonti. Ne abbiamo parlato anche in questo articolo.


Come migliorare l’accesso al credito

Tassi di mercato e politica monetaria sono un dato, ma le PMI hanno un margine d'azione per migliorare le condizioni di accesso al credito, lavorando su ciò che influisce direttamente sul proprio giudizio di affidabilità e rischio.

Migliorare la qualità dei bilanci, la pianificazione finanziaria e la trasparenza gestionale significa alzare il merito creditizio e ridurre gli ostacoli posti dal sistema bancario.

Bilanci chiari e trasparenti

Un bilancio ordinato non serve solo per fini fiscali. Deve includere riclassificazioni, scritture di assestamento, valorizzazione corretta delle scorte e un conto economico leggibile nei margini.

Questo consente di mostrare con chiarezza redditività, struttura dei costi e solidità patrimoniale, riducendo le ambiguità che abbassano il rating.

Pianificazione finanziaria e business plan

Un piano credibile, con ipotesi di crescita realistiche e scenari alternativi, aumenta la fiducia della banca.

La proiezione dei flussi di cassa (cash flow forecast) e l’analisi degli indici di copertura del debito (Debt Service Coverage Ratio) sono strumenti che dimostrano la capacità di sostenere l’indebitamento nel tempo.

Utilizzo consapevole della Centrale dei Rischi

Richiedere periodicamente la propria posizione in Centrale dei Rischi permette di verificare come si è classificati dal sistema e correggere eventuali errori o sconfinamenti. La posizione tiene conto di:

  • Totale dei finanziamenti in essere con le banche e altri intermediari. 
  • Garanzie che l’impresa ha ricevuto dai clienti o concesse ad altri soggetti. 
  • Ritardi nei pagamenti, sconfinamenti rispetto ai fidi, segnalazioni debitrici classificate in sofferenza.

Un monitoraggio attivo permette di individuare errori o segnalazioni sbagliate che potrebbero abbassare il rating bancario (ad esempio, se è segnalata un'esposizione che in realtà non esiste).

Governance e reporting periodico

Strutturare un sistema di reportistica gestionale mensile o trimestrale aiuta a presentarsi come un interlocutore affidabile. Bastano procedure chiare e dati condivisi che dimostrino l'esistenza di un controllo sulla gestione.

Integrazione della sostenibilità e dei criteri ESG

Sempre più spesso, le banche includono elementi di sostenibilità nelle loro analisi di rischio. Mostrare attenzione a efficienza energetica, gestione ambientale, inclusione e trasparenza rafforza l’immagine dell’impresa e apre l’accesso a linee di credito agevolate o green.

In sintesi, le PMI hanno la possibilità di migliorare affidabilità e rating lavorando sulla governance e su una gestione manageriale dell’impresa: la capacità di gestire l’impresa con metodo, competenza, continuità e di comunicare in modo strutturato. 


Il ruolo del fractional manager nell’accesso al credito

Per molte PMI l’ostacolo non è soltanto la rigidità del sistema bancario, ma la difficoltà di presentarsi con numeri chiari, piani credibili e governance strutturata.

Il fractional manager può aiutare l'impresa a superare questa barriera.

Chi è il Fractional Manager e come si inserisce in azienda

Il fractional manager è un professionista con esperienza consolidata in ruoli di direzione / manageriali.  Collabora con l'azienda in modalità fractional, cioè part-time, tipicamente da una a tre giornate a settimana.

A differenza di un consulente esterno, entra nell’organizzazione con responsabilità operative, affiancando l’imprenditore e integrando il team interno.

Ruoli e attività tipiche a supporto del merito creditizio:

  • Fractional CFO: riorganizza i bilanci per renderli leggibili agli istituti di credito, costruisce proiezioni di cassa affidabili, elabora business plan bancabili e gestisce il dialogo con le banche.

  • Fractional ESG Manager: integra nei processi aziendali i criteri ambientali, sociali e di governance, sempre più rilevanti nelle metriche di rischio. Predispone dati e report che rafforzano la sostenibilità e la trasparenza dell’impresa.
  • Fractional Export Manager o Fractional CCO: sviluppa piani di crescita credibili sui mercati esteri o nella penetrazione commerciale. Dimostrare strategie di sviluppo concrete rafforza la parte prospettica del rating bancario.

Vantaggi del modello fractional per le PMI

Il modello fractional consente alle PMI di accedere a competenze senior mirate senza assumere a tempo pieno e senza i vincoli di un contratto a tempo indeterminato.

Bastano poche giornate a settimana per conseguire risultati misurabili, incidendo sulla qualità della rendicontazione, sulla credibilità dei piani e sulla governance.

Inoltre, la rapidità di attivazione permette di rispondere subito a fabbisogni urgenti, come la preparazione di una domanda di finanziamento o la rinegoziazione di una linea di credito.

In sintesi, il fractional manager aiuta l’impresa a presentarsi sul mercato del credito bancario in modo più solido e affidabile, agendo sui fattori che determinano credit score e rating.


Conclusione

L’accesso al credito resta una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane. Comprendere i fattori che determinano credit score e rating, conoscere gli strumenti disponibili e rafforzare la managerialità interna sono passi essenziali per presentarsi in modo solido agli istituti finanziari.

Vuoi capire come un fractional manager può aiutare la tua impresa a migliorare le condizioni di accesso al credito? Scopri di più sulla nostra soluzione. 


FAQ

Quali ostacoli trovano le PMI nel chiedere credito?

Bilanci poco strutturati, margini limitati, tensioni di cassa e garanzie ridotte abbassano il rating e rendono il credito più costoso o difficile da ottenere.

Che differenza c’è tra credit score e rating bancario?

Il credit score è un punteggio numerico basato su dati oggettivi; il rating è il giudizio complessivo della banca che integra quel punteggio con fattori qualitativi e storici.

Quali strumenti pubblici aiutano ad accedere al credito?

Fondo di Garanzia per le PMI, Confidi, Nuova Sabatini e garanzie SACE sono i più utilizzati: riducono il rischio per la banca e aumentano la possibilità di ottenere finanziamenti.

Cos’è la finanza alternativa per le PMI?

Sono strumenti di debito non bancari, come minibond, basket bond, private debt, direct lending, venture debt e crowdfunding. In Italia il loro uso è ancora limitato rispetto ad altri Paesi.

Come può un fractional manager migliorare l’accesso al credito?

Può strutturare bilanci chiari, predisporre business plan credibili, integrare criteri ESG e rafforzare la credibilità gestionale, migliorando il merito creditizio dell’impresa. 


Fonti

Unimpresa, "Le PMI faticano ancora ad accedere al credito”, Giugno 2025: https://www.unimpresa.it/bce-credito-pmi/67636

Giornale delle PMI, "Unimpresa: da fine 2022 -53 miliardi prestiti bancari a imprese e famiglie", Giugno 2025: 
https://www.giornaledellepmi.it/unimpresa-da-fine-2022-53-miliardi-prestiti-bancari-a-imprese-e-famiglie/



18/09/2025